(se non avessimo voluto pompare troppo l’ego di Lepronte, avremmo chiamato questa puntata “Bei tempi quando il Demiurgo pesava come una Smart“). Lepronte pergiuda sei troppo intelligente per noi, datti una regolata, regredisci.

Registrata e trasmessa giovedì 20 maggio 2010 in studio #1
Filosofo, Demiurgo, Wemma via Skype

Comprensibilmente non abbiamo parlato di bernasconi.
Abbiamo invece parlato di Jocelyn Pulsar, di cui abbiamo ascoltato un pajo di spezzoni di brani come Aurelio Rosa Shocking spiegandone un po’ anche il senso recondito, di giri d’italia, di luigi bertaccini, di rocksteady, di tartarughe ninja (che non hanno mai perso, quindi non avrebbe senso parlare di riscossa).
Abbiamo anche ascoltato con un orgoglio incommensurabile uno spezzone di una trasmissione del 1956 di sergio zavoli, “un giorno come un altro” registrata dalla rai qua nel nostro paese (“un centro agricolo di buona rinomanza”)  in cui compare prominentemente Luciano Pezzi, già gregario di Fausto Coppi e portatore di un epos sano nei suoi racconti del ciclismo anni ’50. Poi abbiamo ricordato che proprio il 20/05/10 ricorrono i sei anni di radio nk, awguri (abbiamo anche ascoltato un brano della trasmissione zero, in cui sostanzialmente eravamo più bravi di ora).
S’è anche parlato di alele chikatonga, che ha tormentato il piccolo Filosofo negli anni ottanta, e ne abbiamo anche ascoltato un brano in versione afro remix. Alla fine poi abbiamo parlato anche di bernasconi e della sua insipienza sui termini di internet (leggendario il momento in cui dice gògol). Abbiamo parlato anche di neologismi come song, ringare, guglare, rankare che vabbè. No vabbè davvero.
Vabbè poi abbiamo parlato di paola maugeri, che è donna da idolatrare in ogni luogo ed in ogni lago, di cui circolano sull’internet interessanti foto ignude, che facilmente tendono a farne dimenticare la grande conoscenza musicale (il sogno in chat: “darsi il piagere con la maugeri”) , del prossimo telefilm ossessionante (“white collar” secondo il wemma, “the wire” secondo il filosofo). Del darsi il piacere, che il filosofo definisce “il momento del bisogno”. Abbiamo anche parlato di Kable, un regista che stimiamo perchè tende ad includere temi come blasfemia, coprofagia e sesso contro natura nelle sue produzioni, di padre criminale, vabbè.
Questo solo fino a metà trasmissione; poi alla fine sterziamo verso la perdizione e parliamo finalmente dei soffioni aka soffocotti, con una particolare disamina del soffione in “the brown bunny” di vincent gallo.