Vabbè non potevamo non mancare l’appuntamento con l’appuntamento più futilmente interessante della radiotelevisione italiana. Incidentalmente, andavamo allo scuro di tutto quanto, andavamo a braccio, andavamo un po’ dove ci pareva. Si è peraltro parlato di musica senza ascoltarla, e l’esercizio è stato, a nostro sentire, ottumo. Abbiamo visto un po’ di tutto, ma soprattutto abbiamo visto nani e ballerine, che era poi l’unico motivo per il quale il demiurgo s’è sobbarcato l’onere di procurare un televisore nello studio 1. In piena crisi di mezza età il wemma che solo due anni fa era dietro le quinte d’una giuria demoscopica e oggi era addetto al lavaggio dei ciucci della figlia. Sic transit gloria mundi, cosa che peraltro si può dire anche di Bippo Paudo.

CAVEAT: una puntata lunga all’inverosimile, che negli ultimi 30′ si trascina più o meno stancamente in attesa della mirabile esibizione di little tony coi gypsy kings (che però, va detto, vale da sola l’intiera trasmissione). Contiene alcuni tratti di dialogo sconvenienti per un pubblico sensibile.
Puntata radiotrasmessa sempre grazie a quelli di atlantide.tv, ai quali ricordiamo che un’italia diversa è possibile, ma nessuno c’ha voglia e poi son già le 7 meno un quarto e chi c’ha voglia a quest’ora?