Miracle Blade

Ago 23, 2006 | Istituto di Demiurgologia, Leggi | 0 commenti

Non c’è televendita che appaghi l’occhio ed il cuore come quella dei Miracle Blade III, la serie perfetta.
In genere ne esistono di fatte meglio, di più ammiccanti, di quelle con interpreti esteticamente migliori, ma nessuna stimola la mente ed il corpo come quella dei Miracle Blade III, la serie perfetta.

Update importante! Il nostro webmastro ci segnala un imperdibile video dello chef Tony
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I Miracle Blade sono coltelli da cucina di strana forma e con nomi esotici che solo un americano potrebbe immaginare ed apprezzare: Rock’n’Chop è il coltello per sminuzzare, Chop’n’Scoop quello per tritare, eccetera. Un’etichetta posta nel manico li definisce uno per uno, casomai foste perplessi dalle forme delle lame, o non sapeste riconoscerli ad occhio.

I Miracle Blade sono undici coltelli di pregevole fattura, dotati di lame eccezionali che non richiederanno affilatura per nessun motivo al mondo (“gli ultimi coltelli che dovrete comprare per tutta la vita”) robustissimi eppure estremamente flessibili, capaci di tagliare qualsiasi cosa possa essere immaginata suscettibile di taglio e comodamente riponibili nell’elegante ceppo (“di faggio naturale”, metti caso che fosse volgare faggio di plastica).

Al di là della coltelleria, i Miracle Blade sono presentati in una televendita derivata direttamente da un infomercial americano in cui sono inseriti in modo spurio dei brani in italiano in cui vengono tradotti alla bell’e meglio i significati dei nomi dei pezzi da taglio.
Il filmato americano, invece, è qualcosa che ti si pianta nella testa e che porta inesorabilmente verso una sorta di blanda idolatria.

Il filmato è presentato dallo Chef Tony.

Lo Chef Tony è un signore sulla cinquantina, tarchiato ed obeso, che rappresenta un po’ lo stilema del cuoco. Vestito di un candido abito bianco, con alla cinta uno strofinaccio ed in testa l’immancabile cappello da chef, con addirittura l’incarnato rubizzo ed il baffetto da sparviero.

Lo Chef Tony è lo zio simpa che tutti avremmo voluto avere ma non ci siamo potuti permettere.

Lo Chef Tony è la persona dannatamente più entusiasta che abbia mai visto in televisione: ben lungi dall’essere un semplice figurante del Grande Mondo della Televendita di Fuffa, lo Chef Tony rende ogni presentazione di un coltello da cucina palpitante ed intrigante, in pratica trasforma il banale gesto di tagliare a fette un ortaggio in un episodio che merita sincera commozione e compartecipazione, forse inducendo anche un velo di invidia.

La prima parte del commerciale vede lo Chef Tony impegnato a confrontarsi con una difficile platea: una scuola di cucina i cui studenti sono disposti canonicamente in un’aula a gradoni mentre il grande culinario alla cattedra sfodera uno ad uno i miracolosi strumenti.
Sebbene si noti una certa predilezione per i pomodori maturi, numerosi altri oggetti vengono affettati dallo Chef Tony in questa lectio magistralis, ivi compresi una lastra di pietra serena ed un martello da carpentiere, la cui limatura serve a sottolineare una maggiore durezza della lama dei Miracle Blade rispetto all’acciaio del martello.
Tutto il materiale tagliato viene di volta in volta gettato ignominiosamente in un foro del tagliere dallo Chef, che mostra con questo gesto un colossale spregio verso la gente che nel mondo muore di fame. Al momento del getto della fettina di lombo di maiale io ci sto sempre malissimo.
Frequenti stacchi della regia sulle gradinate ricolme di studenti in divisa d’ordinanza li mostra totalmente rapiti ed abbacinati dalla visione delle prodezze del grande Chef, che a dire il vero non sta mostrando nulla di vera cucina, ma solo sta bistrattando i Miracle Blade per sottolinearne l’invulnerabilità. I pezzi della serie che dovrebbero interessare di più i cuochi arriveranno solo nelle frazioni successive.
Un aspirante cuoco, in particolare, alla vista della limatura di ferro escissa dal Miracle Blade al martello, cade visibilmente in un’estasi che è propria dei santi e dei martiri cristiani.

L’azione poi si sposta in una perfetta cucina di una perfetta casa americana, perfettamente ricreata in studio, dove conosciamo anche la spalla dello Chef Tony, Tom Jourdan. Tom è un signore di spessore cerebrale infinitesimale, che non fa altro che basirsi continuamente delle miracolose lame. Pur concedendo il beneficio del dubbio per via del doppiaggio in italiano davvero esecrabile, Tom non fa altro che esclamare “WOW!” ogni 3×2, e dopo un po’ stucca abbondantemente.

Ma Chef Tony, col suo sorriso a 45 denti +2, con la sua inarrestabile voglia di vivere e di tagliar cose, resta sempre validissimo anche in questa nuova location. Aggiunge coltelli su coltelli all’offerta. Aggiunge un plasticoso spremiagrumi che tutti s’ostinano ad usare per riempire la buccia del frutto appena spremuto come recipiente per il liquido. Aggiunge 4 coltelli da bistecca, che possono diventare 8 se sei tra i primi 50 a telefonare (un ultraclassico). Spiega per filo e per segno usi e costumi di ogni pezzo Miracle Blade, con un po’ di apatia verso le forbici che non può usare per sbizzarrire la sua carica di affettatutto.

Taglia ananassi con colpi da consumato samurai. Sega tubi di ferro, scarponi da lavoro, scatole di surgelati ancora surgelate, con un entusiasmo gioviale e coinvolgente. Mostra il cippo portatutto, e poi manda in onda degli spezzoni in cui orrende massaie americane, uomini rincitrulliti di brutto, abbrutiti forse da una vita priva di lame degne di tal nome, si esibiscono in catatonici elogi all’alta arte di coltelleria che ogni Miracle Blade racchiude.

I temi caldi sono la tritura di vegetali, il taglio di surgelati ancora rigidi e l’affettatura di fette di tacchino, il che tradisce le origini statunitensi del programma. La parola d’ordine è sfera di controllo AccuGrip™, una pallina di plastica applicata ad un certo punto del coltello che garantisce una stabilità incommensurabile all’atto della cesura. Tony (il cui vero nome pare essere Tony Notaro, vai Tony sei uno di noi) pone l’accento sulle specifiche della Perfection Series, che racchiude un’aggettivazione tesa a sottolineare l’impossibilità di andare oltre questi coltelli.

La serie perfetta (meglio sarebbe stato: la serie che rappresenta la perfezione) è la coppia di colonne d’Ercole della tecnologia applicata al taglio, Tony lo sa e ne va straordinariamente fiero.

La vetta eccelsa del filmato è comunque un’appendice alla televendita in cui si vede lo chef Tony che, smessi per un attimo i vestiti da cuoco taglierino ed indossata un’anonima e rozza camicia scura, si reca in una località sperduta nelle foreste del Wisconsin a fare visita ad un signore anziano che Tony stesso definisce “l’ Einstein dei Coltelli”, il guru supremo dell’arte coltelliera mondiale, il creatore dei migliori strumenti da taglio che esistano sul globo.
Il pacato ma fiero signore, che intuiamo abbia scelto di vivere da eremita nei boschi affinché le sue creazioni rischiassero meno di finire nelle mani sbagliate, viene letteralmente ricoperto di elogi da un estasiato Chef, che loda i Miracle Blade a spron battuto e sviscera col grande coltellaio tutti i loro più arcani dettagli tecnici.

La collocazione in un luogo impervio, la venerazione dello Chef, la riconducibilità del Vecchio Coltellaio ad una figura mitologica e carismatica, uniti alla precisa regia della scena, esacerbano in modo mirabile il significato iniziatico del viaggio, la consegna dei poteri dal vecchio al giovane e la grande forza significante del coltello, in modo non dissimile da quanto raccontatoci da tutta una corrente di letteratura cavalleresco/fantastica che va dall’Orlando Furioso, a Tolkien, a Guerre Stellari.

Va da se che al 99% i coltelli saranno m*rda pura, fuffa per dirlo con i giovani d’oggi.

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